Il Gibson cocktail è uno di quei drink che sembrano di semplice preparazione, ma l’esecuzione e i giusti ingredienti possono dare un risultato fantastico, oppure, una delusione immane. Ed è nei corsi che propone Accademia Barman che potrete conoscere e apprendere tutte le sfumature che il mestiere da Barman nasconde: i dettagli nella preparazione dei cocktail fanno la differenza e la differenza permette di emergere in un settore sempre in forte espansione come quello del barman. Dopo aver frequentato un corso barman professionale potrai trovare lavoro anche all’estero.
Nel frattempo, se vuoi scoprire come preparare un Gibson perfetto, leggi la guida che abbiamo ti abbiamo riservato: potrai scoprire interessanti curiosità ed ingredienti.
Cosa occorre per preparate un cocktail Gibson
Innanzitutto, elenchiamo gli ingredienti necessari a preparate un Gibson Drink:
- 60 ml Gin
- 10 ml Vermouth dry
- Decorazione con cipollina in agrodolce
Partendo da questi ingredienti base, ci soffermeremo sul dettaglio e sulle mille sfumature che può assumere questo drink con la semplice ma fondamentale decorazione.
La cipollina del Gibson cocktail
Tra gli ingredienti necessari alla preparazione di un Gibson perfetto ne emerge uno molto inconsueto: la cipollina in agrodolce.
Ma come??? Una cipolla in un drink????
Si, una cipollina. E nel testo che segue vi mostreremo di che tipo e il perché e quando si è iniziato a mettere questo curioso ingrediente all’interno di questo cocktail.
Cocktail Gibson: una variante del Martini Cocktail
Il Gibson è di base un cocktail Martini con una variazione nella decorazione finale.
Il Classico e intramontabile Martini è composto da due ingredienti:
- London Dry Gin
- Vermouth Dry
La parte aromatica finale è data dallo zest di limone (la “spruzzata” degli olii essenziali), oppure, da olive verdi (piccole, saporitissime e fortemente aromatiche).
Il Martini Cocktail è da sempre un drink “sartoriale”, cioè preparato con piccole sfumature sul gusto del nostro ospite. Dalla aromaticità, alla forza, alle note del vermouth preferito, fino al completamento di garnish è la preparazione più individualistica che possa preparare un Barman per il proprio cliente.
Nel tempo, alcune rivisitazioni e interpretazioni (oggi li chiameremmo Twist on classic o signature) sono diventate celebri: basta pensare al Dirty Martini che sembra fu il primo cocktail ad essere preparato per il presidente degli stati uniti alla fine del proibizionismo.
Come e quando è andata a finire una cipollina nel Martini Cocktail
Nella cultura statunitense, nazione che fino alla fine del novecento era in espansione, i nuovi territori erano colonizzati da chi cercava una nuova patria o il sogno del benessere.
Era consuetudine conservare gli alimenti in salamoia, in agrodolce, oppure, facendoli essiccare per affrontare grandi viaggi nell’ignoto verso i nuovi territori da colonizzare e, nelle New Town di frontiera, rimase anche successivamente l’abitudine di conservare i cibi in questo modo.
Quando il modo di bere portò il passaggio da prodotti bevuti in purezza al bere miscelato (la Golden Era dei Cocktail) il modo più semplice di aggiungere toni di aromaticità e di interesse fu quello di utilizzare estrazioni in alcol di un complesso di sostanze aromatizzanti (i classici bitter aromatici) o utilizzare, appunto, i prodotti che erano nelle dispense come, le olive, i prodotti in salamoia, in agrodolce, agrumi etc.
Ulteriori dettagli e curiosità
Nella tradizione di alcuni stati degli USA vi è il bere whiskey con un accompagnamento di pickle tickle (la salamoia dei cetriolini) per smorzare il tono deciso dei distillati grezzi del tempo passato. Ancora ad oggi è in voga come tradizione locale: la nota salmastra e decisa della salamoia esalta le note speziate del distillato, solleticando il palato e rendendo questo abbinamento interessante e molto particolare.
Questa tradizione è citata anche nella serie televisiva Lucifer in cui “la detective“ e l’ex marito offrono a Tom Ellis (il protagonista della serie) uno shot di whiskey seguito da uno salamoia di cetriolini.
La storia del drink Gibson
Nella prima metà del secolo scorso, troviamo in alcuni ricettari del Gibson, le prime tracce scritte.
Siamo negli anni ‘30, al New York’s Players Club: una delle storie narrate è che il nome derivi dall’illustratore Charles Dana Gibson, che chiese qualcosa di interessante nel suo Martini al Bartender Charlie Connoly.
La motivazione che probabilmente lo fece diffondere fu il proibizionismo.
Durante questo periodo, infatti, la qualità dei prodotti alcolici ebbe un calo drastico: spesso di bassa qualità, erano prodotti con metodi che rendevano difficile bere un distillato o un liquore in purezza.
L’estro dei Barmen di questo periodo fu proprio unire e miscelare prodotti alcolici poco interessanti nel singolo, per poi fonderli in cocktail che ancora oggi vengono preparati, richiesti e apprezzati in tutto il mondo.
Nella seconda metà del secolo scorso, il modo di bere il Martini Cocktail diventa sempre più secco: il distillato predomina su tutto e l’aromaticità è quasi totalmente data dall’elemento finale come, ad esempio:
- twist lemon
- oliva
- cipollina
Il Gibson cocktail viene infatti citato numerose volte nella famosa serie Neflix “La regina degli scacchi“: bevuto in molte occasioni da Beth Harmon, la madre adottiva della protagonista, che crede che la cipollina sia più raffinata dell’oliva.
Qual è la cipollina giusta per il cocktail Gibson
La cosa più complessa per questo cocktail è il tipo di cipollina giusta. Possibilmente deve essere:
- piccola
- fortemente aromatica
- con toni di questo bulbo poco percepibili
E’ importante scegliere cipolle selezionate, in fermentazione lattica controllata, oppure, con cotture sous vide.
Il ritorno dei gin dell’ultimo decennio sta riportando in auge questo cocktail, in cui poter esaltare i toni delle botanicals e, in particolare, i prodotti artigianali.
Oltre a rendere questo drink sempre attuale, il completamento del cocktail con la cipollina giusta riesce a trasportare in una gradevole riscoperta del passato.
Se ti interessa la storia dei cocktail puoi leggere le storia dell’Espresso Martini che abbiamo raccontato nel nostro articolo “Espresso Martini un “sopravvissuto” degli anni ’80“.